Descrizione
Questi abbozzi teatrali – rimasti per tanti anni fra le carte del Verga e dati alle stampe soltanto nel 1983 – qui si ripropongono nella loro integrità andando, come nella precedente edizione, dal 1869 al 1908. Nell’ampia Introduzione, però, per la prima volta, detti scritti, considerati diacronicamente, vengono assunti come prove per documentare la complessa trama di rapporti che collegano il Verga alla drammaturgia europea in quegli anni che furono di trapasso fra l’uno e l’altro secolo. S’individuano, così, le varie fasi di una lunga sperimentazione che va dall’approccio al teatro borghese di Dumas fils e di Augier alla recezione delle teorie del duca Giorgio II di Meiningen, al ritorno alle forme della drammaturgia medievale nel primo Novecento. Lina Jannuzzi, infatti, nell’ampia introduzione e nelle note, ha badato a illuminare non solo l’atmosfera psicologica in cui si collocano queste sperimentazioni, ma anche l’ambito intellettuale in cui operò il Verga. Fornendo, quindi, un’ampia cornice alla vicenda letteraria dello scrittore catanese dibattuto fra la memoria sempre viva di un mondo arcaico, in cui affondava le proprie radici, e le sollecitazioni dell’età contemporanea; dando respiro e legame a una molteplicità.
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