Descrizione
Si va sempre più affermando nella critica storica, letteraria e filosofica contemporanee il ruolo di mediazione svolto dalle riviste. Questa constatazione, teoricamente sviluppata nel saggio di Giovanni Invitto, ha generato la proposta da cui gli autori sono partiti, cioè quella di vedere come siano filtrati temi di respiro generale nello strumento-rivista. Il discorso di Nancy Thorpe Gnes, per esempio, affronta il tema piú ampio del «mito America» in Vittorini traduttore ed evidenzia, in maniera indiretta, il peso che le riviste degli anni Trenta hanno avuto per la diffusione di quella alternativa morale e politica.
Lilia Fiorillo offre, in questo volume, un denso saggio sul perché di «Principî», la rivista che sembra aver segnato maggiormente la storia spirituale di Giorgio La Pira. Leonardo La Puma analizza l’umanesimo comunista di Elio Vittorini (nel «Politecnico») e ne sottolinea la sua esigenzialità e i suoi li- miti teorici.
Antonio Carlino fa luce sulle motivazioni unitarie che erano sottese alle molteplici riviste di Giacomo Noventa (in particolare, al «Socialista Moderno»). Ne emerge l’impostazione di un originale liberalismo cattolico che avrebbe dovuto costituire, per il No- venta, la filosofia della ricostruzione dopo il fascismo.
Leo Lestingi, infine, fa un bilancio critico della storiografia piú accreditata sul «dossettismo» e su «Cronache So- ciali», e tenta il rilancio della problematica che ritiene ancora non adeguatamente definita.
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