Descrizione
L’opera del Ferrari (Milano 1811 – Roma 1876) è una lucida confutazione, a tratti ironica e sferzante, della filosofia eclettica, che si atteggiò a filosofia ufficiale della Francia tra il 1830 e il 1848. Del suo indiscusso promotore e capo, Victor Cousin, nonché dei suoi discepoli, l’Autore sottopone a critica serrata il metodo e la scienza, la concezione della vita e la morale, la religione e l’interpretazione della storia, confine e prorompente intelligenza filosofica, ma anche, e non di rado, con frettolose schematizzazioni e giudizi sommari.
La freschezza del testo ferrariano è tuttavia nella sua coraggiosa e aperta contestazione del potere politico e dell’egemonia culturali dominanti, cosa che lo rende ancora oggi vivo al di là dell’occasione polemica.
I filosofi salariati, di cui qui si da la prima traduzione italiana, ha altresì un notevole interesse storico-biografico quale momento di esplicita adesione del
Ferrari al socialismo.
L’introduzione di Leonardo La Puma disegna l’evoluzione del pensiero fer-rariano, documentandone le fasi del suo passaggio dall’iniziale, seppure critico, eclettismo alla nuova fede socialista.
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